Può capitare a tutti di ricevere un avviso bonario o un qualsiasi atto dall’Agenzia delle Entrate o dall’Agenzia della Riscossione (ex Equitalia) senza riuscire a comprenderne la ragione né le possibili alternative difensive.
Niente panico!
In questi articoli andremo ad analizzare gli atti emessi dal Fisco e capiremo cosa possiamo fare per difenderci.

AVVISO BONARIO O COMUNICAZIONE DI IRREGOLARITA’
DI COSA SI TRATTA
L’Avviso Bonario (detto anche “Comunicazione di irregolarità”) è l’atto con il quale l’Agenzia delle Entrate comunica al Contribuente che risultano imposte o contributi da pagare.
Si tratta di una semplice comunicazione e non di un atto di recupero. In altre parole, se non si agisce in alcun modo, non si consolida la pretesa tributaria.

Nell'immagine vediamo un esempio di avviso bonario
COSA CONTIENE
Nella prima pagina indica l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate che l’ha emesso, il nominativo del destinatario, quale Dichiarazione/Modello è contestata e l’importo complessivo da pagare per regolarizzare la posizione.
La somma indicata in prima pagina è complessiva, mentre per vedere le singole voci (imposta/minor credito da versare, interessi e sanzioni) occorre andare alle pagine seguenti dove c’è l’apposito prospetto ed il confronto tra la dichiarazione originaria del Contribuente e quella riliquidata dall’Ufficio.
IN QUALI CASI VIENE INVIATO
L’invio dell’Avviso Bonario è previsto per i seguenti tipi di accertamento:
- Accertamento Automatizzato di cui agli artt. 36-bis D.P.R. 600/1973 (per le imposte sui redditi) e 54-bis D.P.R. 633/1972 (per l’Iva).
Si tratta di un accertamento che il Fisco compie basandosi esclusivamente sulla Dichiarazione del Contribuente e sugli altri dati disponibili all’Anagrafe Tributaria, senza alcuna valutazione di merito circa la correttezza dei dati inseriti in dichiarazione.
Spesso, infatti, riguarda errori di calcolo o mancato pagamento delle imposte indicate in dichiarazione.
Tuttavia, come vedremo nel prosieguo, non sempre il Fisco è obbligato ad inviare l’Avviso Bonario in caso di accertamento automatizzato.
- Controllo Formale della Dichiarazione di cui all’art. 36-ter D.P.R. 600/1973.
Consiste in un riscontro cartolare delle dichiarazioni del Contribuente più ampio rispetto all’accertamento automatizzato ma pur sempre esente da valutazioni di merito circa la correttezza dei dati inseriti nelle dichiarazioni.
Trattandosi di un controllo più mirato, il Fisco ha l’obbligo di invitare il Contribuente a fornire chiarimenti e documentazione così attuando il contraddittorio preventivo.
Al termine di questa fase, se il Fisco ritiene non sufficienti i chiarimenti/documenti del Contribuente, invia l’Avviso Bonario con la possibilità di fornire ulteriori chiarimenti entro 30 giorni.
Nel caso del Controllo Formale, è sempre obbligatorio l’invio dell’Avviso Bonario.
E’ OBBLIGATORIO INVIARLO?
Se per il Controllo Formale è obbligatorio l’invio dell’Avviso Bonario prima della Cartella di Pagamento, per quanto riguarda l’Accertamento Automatizzato non sempre lo è.
Infatti, al terzo comma dell’art. 36-bis D.P.R. 600/1973 si prevede che il Fisco procede ad inviare l’Avviso Bonario “Quando dai controlli automatici eseguiti emerge un risultato diverso rispetto a quello indicato in dichiarazione”.
Quindi nel caso di mancato pagamento di imposte indicate in dichiarazione, l’Agenzia delle Entrate non è obbligata ad inviare l’Avviso Bonario poiché dal controllo non emerge un risultato diverso rispetto alla dichiarazione ma solo un omesso versamento.
Invece, in caso di errore nel calcolo dell’imposta, vi è un risultato diverso tra dichiarazione originaria del Contribuente e dichiarazione riliquidata dal Fisco e, pertanto, l’invio è obbligatorio.
COSA SUCCEDE SE PAGO
Se il Contribuente paga spontaneamente entro 30 giorni dal ricevimento dell’avviso, gode di una forte riduzione delle sanzioni che dal 30% dell’imposta scendono al 3%.
Il Contribuente può anche scegliere di rateizzare l’importo con la sanzione ridotta, purché paghi la prima rata sempre entro il termine di 30 giorni.
Se il pagamento avviene oltre i 30 giorni, si applica la sanzione ordinaria pari al 30% dell’imposta.
COSA SUCCEDE SE NON PAGO
Se il Contribuente decide di non pagare, come già riferito, la pretesa del Fisco non si consolida.
Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate procede ad iscrivere a ruolo l’importo con la sanzione ordinaria del 30% dell’imposta
Si precisa che l’iscrizione a Ruolo è il metodo con il quale l’Agenzia delle Entrate segnala i soggetti che ritiene debitori e l’importo da richiedere. Infatti, il Ruolo è il titolo esecutivo tributario e rappresenta la pretesa del Fisco.
Successivamente, verrà inviata la Cartella di Pagamento la quale, se non impugnata, consolida la pretesa tributaria.

Esempio di Provvedimento di sgravio dell’Avviso Bonario a seguito di istanza CIVIS
SE HO RAGIONE, COSA POSSO FARE?
Se convinto delle proprie ragioni, il Contribuente può utilizzare il canale Civis dell’Agenzia delle Entrate in modo da fornire chiarimenti per far annullare l’Avviso Bonario.
In alternativa o contestualmente, il Contribuente può presentare istanza di autotutela al Fisco sempre al fine di fornire chiarimenti, spiegazioni ed anche documentazione a supporto della propria tesi affinchè venga annullato l’atto.
Se comunque l’Avviso Bonario non viene annullato, è possibile aspettare la successiva Cartella di Pagamento per impugnarla oppure impugnare direttamente l’Avviso Bonario.
Quest’ultima opzione va attentamente valutata perché, se nelle more del giudizio sull’Avviso Bonario, viene inviata la Cartella, occorre impugnare anche questa per evitare che la pretesa si consolidi.
COME MI DEVO COMPORTARE?
La risposta varia a seconda della situazione in cui ci si trova.
Infatti, se il Contribuente riconosce l’errore commesso e condivide la ripresa a tassazione dell’Avviso Bonario, allora è chiaro che sia consigliabile procedere al pagamento (integrale o rateale) entro 30 giorni per sfruttare la riduzione delle sanzioni.
Nel caso in cui, invece, il Contribuente non condivida, in tutto o in parte, il contenuto dell’Avviso Bonario e lo voglia contestare, è opportuno rivolgersi ad un professionista del settore che possa individuare la strategia migliore.